Meloni difende la riforma del Csm e attacca la giustizia a orologeria
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha difeso la riforma del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) varata dal governo, attaccando la giustizia a orologeria e facendo riferimento al caso Toti. "Mi piacerebbe in futuro che tra quando viene formulata una richiesta di misure cautelari e quando viene eseguita non passassero mesi per poi attuarla in campagna elettorale", ha detto Meloni, aggiungendo che quando "avremo un sistema così – riferendosi alle misure da poco definite – forse le cose funzioneranno meglio".
La premier ha sottolineato che la riforma mira a rendere il sistema giudiziario più efficiente e trasparente, e ha criticato il ritardo con cui vengono attuate le misure cautelari, che a suo avviso potrebbe essere strumentalizzato in contesti politici.
Le manovre parlamentari sulla riforma della giustizia
Intanto, sono cominciate le manovre parlamentari sulla riforma della giustizia, con il centrodestra che punta a un esame congiunto da parte delle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia. Il centrodestra vorrebbe che l’esame venisse assegnato solo alla Commissione Affari Costituzionali, presieduta da Nazario Pagano di Forza Italia, dove sono già incardinati 4 disegni di legge sullo stesso argomento.
Tuttavia, alcuni esponenti del centrodestra sostengono che l’esame dovrebbe essere condotto congiuntamente con la Commissione Giustizia, guidata da Ciro Maschio di Fratelli d’Italia, visto che i presidenti delle due commissioni sono stati coinvolti nella stesura del ddl. Inoltre, si sottolinea che il ddl del governo contiene "questioni nuove", come il sorteggio secco e l’Alta Corte per i magistrati, e sarebbe opportuno coinvolgere anche la Commissione Giustizia.
Le proposte in gioco: Alta Corte e avvocato in Costituzione
Tra le proposte in gioco, l’estensione delle competenze dell’Alta Corte a "tutti i magistrati anche amministrativi e contabili", e l’inserimento dell’avvocato in Costituzione. Quest’ultima proposta, fortemente sostenuta dal Consiglio Nazionale Forense, non è stata introdotta subito nel ddl per non creare "ulteriori tensioni" con il Colle.
L’idea è di scrivere nell’articolo 111 della Costituzione, quello sul ‘giusto processo’, che "le parti sono assistite da uno o più avvocati"; che "l’avvocato ha la funzione di garantire l’effettività della tutela dei diritti e il diritto inviolabile alla difesa" e che "l’avvocato esercita la propria attività" in posizione di libertà, autonomia, indipendenza.
Il dibattito sull’obbligatorietà dell’azione penale
Molti nel centrodestra escludono che si possa tornare sull’obbligatorietà dell’azione penale, come previsto nel ddl di Azione. Questo tema, assicurano, "non era mai stato preso in seria considerazione per la riforma del governo".
Il ddl del governo è considerato un testo "aperto alle modifiche", e si prevede un ampio dibattito parlamentare sulle diverse proposte in gioco.
La riforma della giustizia: un tema complesso e delicato
La riforma della giustizia è un tema complesso e delicato, che coinvolge diverse sfere, dalla politica alla società civile. Le dichiarazioni di Meloni e le manovre parlamentari in corso dimostrano la complessità del processo di riforma e la necessità di un ampio dibattito per raggiungere un consenso il più ampio possibile. È fondamentale che la riforma sia finalizzata a garantire l’indipendenza della magistratura, la tutela dei diritti e l’efficienza del sistema giudiziario, senza cedere a pressioni politiche o interessi di parte.