Un nuovo direttore per il polo museale lombardo
Rosario Anzalone, archeologo di 42 anni, è il nuovo direttore del polo museale lombardo. Anzalone, già responsabile del Museo Nazionale Etrusco e dell’area archeologica di Kainua (a Marzabotto nel Bolognese) e dell’area archeologica di Veleia romana, nel Piacentino, prende il posto di Emanuela Daffra, che ha assunto l’incarico di Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Il polo museale lombardo comprende 13 realtà fra cui il Cenacolo, la Certosa di Pavia e le Grotte di Catullo, il Museo Archeologico e il Castello Scaligero a Sirmione. Anzalone, assunto al Ministero della Cultura nel 2017, ha lavorato dal 2020 come curatore delle collezioni archeologiche presso i Musei Reali di Torino. Dirigente di ruolo dal 2024, è al suo primo incarico direttivo.
Le parole di Anzalone
“Un patrimonio di rilievo assoluto, raro per ricchezza, fascino e complessità, sul quale operano colleghi capaci e motivati”, ha commentato Anzalone. “È stato gestito con visione e competenza straordinarie dalla dottoressa Emanuela Daffra, che ringrazio e alla quale faccio i migliori auguri”. Anzalone si è detto determinato a “coltivare e accrescere” il patrimonio culturale lombardo attraverso il lavoro d’équipe, consolidando ulteriormente la coesione e le capacità operative dell’Ufficio. “Esplorare e dialogare con l’inesausta eterogeneità dei pubblici”, ha aggiunto, “sarà la nostra parola d’ordine, perseguendo un proposito di sostenibilità sociale che renda il patrimonio culturale non soltanto strumento di elevazione individuale, ma altresì motore della vita associata e volano della crescita civile: antidoto autentico alla solitudine del cittadino globale”.
Un nuovo corso per i musei lombardi
La nomina di Rosario Anzalone segna un nuovo capitolo per il polo museale lombardo. La sua esperienza nel settore, la sua passione per l’archeologia e la sua visione innovativa del ruolo dei musei nella società promettono un periodo di grande fermento culturale. La sua attenzione alla sostenibilità sociale e alla creazione di un’esperienza museale inclusiva e accessibile a tutti è un segnale positivo per il futuro dei musei lombardi.