Nuova struttura del CSM: due enti distinti
La bozza di riforma della Giustizia, approvata oggi dal Consiglio dei Ministri, introduce una significativa modifica all’articolo 104 della Costituzione, riguardante l’organizzazione del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM). La riforma prevede la creazione di due distinti CSM, uno per la carriera giudicante e uno per la carriera requirente, entrambi presieduti dal Presidente della Repubblica. Questa divisione mira a garantire una maggiore autonomia e indipendenza tra le due carriere, promuovendo un’organizzazione più efficiente e trasparente del sistema giudiziario italiano.
Composizione del CSM: sorteggio e rappresentanza
La bozza di riforma specifica la composizione dei due CSM. Oltre al Presidente della Repubblica, che presiede entrambi gli enti, i componenti sono scelti tramite sorteggio. Un terzo dei membri sarà estratto da un elenco di professori ordinari di università in materie giuridiche e avvocati con almeno quindici anni di esercizio, compilato dal Parlamento in seduta comune. I restanti due terzi dei membri saranno scelti tra i magistrati giudicanti e i magistrati requirenti, in numero e secondo le procedure previste dalla legge.
Obiettivo della riforma: rafforzare l’autonomia e l’indipendenza
La riforma si prefigge di rafforzare l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, garantendo una maggiore rappresentanza e partecipazione di figure esterne al sistema giudiziario. L’introduzione del sorteggio per la scelta di alcuni membri del CSM mira a ridurre l’influenza di interessi politici e a garantire una maggiore imparzialità nella selezione dei magistrati.
Implicazioni e prospettive
La riforma della Giustizia rappresenta un passo significativo verso la modernizzazione del sistema giudiziario italiano. L’introduzione di due CSM distinti e la maggiore rappresentanza di figure esterne al sistema giudiziario potrebbero contribuire a migliorare l’efficienza e la trasparenza della giustizia. Tuttavia, è fondamentale che la riforma sia attuata con attenzione e che si tenga conto delle possibili implicazioni per l’indipendenza della magistratura e per il buon funzionamento del sistema giudiziario.