Carriere Separate e Due CSM
La riforma della Giustizia approvata dal Consiglio dei Ministri introduce un cambiamento significativo nel sistema giudiziario italiano, prevedendo carriere separate per i magistrati, distinti tra quelli giudicanti e quelli requirenti. Questa divisione si traduce nella creazione di due Consigli Superiori della Magistratura (CSM) distinti, uno per i giudici e uno per i pubblici ministeri.
La scelta della carriera, requirente o giudicante, dovrà essere fatta dai magistrati fin dall’inizio della loro formazione, attraverso due concorsi separati. Questa decisione, una volta presa, sarà definitiva.
La composizione dei due CSM rimarrà sostanzialmente invariata rispetto all’attuale, con tre membri di diritto (Presidente della Repubblica, Primo Presidente della Corte di Cassazione e Procuratore Generale della Cassazione) e trenta componenti. Tuttavia, la riforma prevede un cambiamento fondamentale nella nomina dei trenta membri: il sorteggio.
Sorteggio per la Nomina dei Membri del CSM
La riforma introduce il sorteggio per la nomina dei trenta membri del CSM, sia per i togati che per i laici, eliminando così la possibilità che le correnti all’interno della magistratura influenzino le nomine. Questa misura, secondo il governo, mira a garantire una maggiore imparzialità e indipendenza nella selezione dei membri del CSM.
Attualmente, i membri togati del CSM sono eletti dai magistrati ordinari, mentre i membri laici sono eletti in seduta comune dalle due Camere del Parlamento. La riforma prevede che, in futuro, la selezione di tutti i membri del CSM, sia togati che laici, avverrà tramite sorteggio.
Alta Corte Disciplinare
La riforma istituisce un’Alta Corte Disciplinare, composta da quindici giudici, con il compito di gestire i procedimenti disciplinari riguardanti i magistrati. L’Alta Corte sarà composta da tre giudici nominati dal Presidente della Repubblica, tre estratti a sorte dal Parlamento, sei magistrati giudicanti e tre requirenti, tutti estratti a sorte tra gli appartenenti alle rispettive categorie.
L’Alta Corte sarà l’organo competente a giudicare le eventuali violazioni del codice deontologico da parte dei magistrati. Le sentenze dell’Alta Corte potranno essere impugnate dinanzi alla stessa Corte.
Iter Legislativo e Possibile Referendum
La riforma della Giustizia, essendo una legge di modifica della Costituzione, dovrà essere approvata da entrambe le Camere del Parlamento con due successive deliberazioni ad un intervallo di almeno tre mesi. Per essere approvata, la legge dovrà ottenere una maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione.
Se la riforma non raggiungerà i numeri necessari per l’approvazione parlamentare, sarà sottoposta a referendum popolare. La richiesta di referendum potrà essere presentata entro tre mesi dalla pubblicazione della legge da parte di un quinto dei membri di una Camera, cinquecentomila elettori o cinque Consigli Regionali.
Il governo ha annunciato che il referendum sulla riforma della Giustizia sarà distinto dall’eventuale referendum sul premierato. La riforma, quindi, non dovrebbe essere approvata prima del 2026.
Considerazioni
La riforma della Giustizia è un tema complesso e controverso. L’introduzione di carriere separate, il sorteggio per la nomina dei membri del CSM e l’istituzione di un’Alta Corte Disciplinare sono misure che mirano a garantire l’indipendenza e l’imparzialità della magistratura. Tuttavia, la riforma è stata criticata da alcuni, che temono che possa indebolire l’autonomia del sistema giudiziario. Sarà interessante osservare come si svilupperà il dibattito pubblico sulla riforma e come si concluderà l’iter legislativo.