Un nuovo sequestro per i fratelli Pellini
I fratelli Giovanni, Cuono e Salvatore Pellini, imprenditori di Acerra, in provincia di Napoli, sono stati nuovamente colpiti da un maxi sequestro preventivo per un valore di 200 milioni di euro. Il provvedimento, emesso dalla sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura, è arrivato a seguito di un precedente sequestro revocato dalla Cassazione.
I fratelli Pellini sono noti per le loro attività in diversi settori economici, tra i quali la gestione del recupero, smaltimento e riciclaggio di rifiuti urbani e industriali. Le indagini che hanno portato al nuovo sequestro si concentrano sulle loro attività nel settore dei rifiuti, sospettate di essere state utilizzate per attività illecite.
L’ordine di dissequestro e restituzione della Cassazione
La notifica del provvedimento da parte dei finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli è stata contestuale a un ordine di dissequestro e restituzione della Cassazione. Questo significa che un precedente sequestro, probabilmente riguardante lo stesso patrimonio o parte di esso, era stato revocato dalla Corte di Cassazione. La Cassazione, come ultima istanza giudiziaria, ha probabilmente ritenuto che le prove a sostegno del precedente sequestro non fossero sufficienti per giustificare il mantenimento del provvedimento.
La nuova richiesta di sequestro da parte della Procura suggerisce che sono state raccolte nuove prove o elementi che sostengono la tesi di un possibile utilizzo illecito del patrimonio dei fratelli Pellini. Il Tribunale di Napoli, valutando le nuove prove, ha deciso di emettere un nuovo decreto di sequestro.
Il contesto del sequestro
Il sequestro dei beni dei fratelli Pellini si inserisce in un contesto di crescente attenzione da parte delle autorità italiane nei confronti delle attività illecite nel settore dei rifiuti. L’area di Acerra, in provincia di Napoli, è stata spesso al centro di inchieste e di scandali riguardanti il traffico illecito di rifiuti, la gestione abusiva di discariche e il rischio di inquinamento ambientale. Questo nuovo sequestro rappresenta un ulteriore passo nella lotta contro la criminalità organizzata che opera nel settore dei rifiuti.