La squalifica di Thiago Braz
L’Athletics Integrity Unit (AIU) di World Athletics, ente mondiale dell’atletica leggera, ha confermato la squalifica di 16 mesi per doping allo specialista di salto con l’asta Thiago Braz, oro ai Giochi Olimpici di Rio 2016 e bronzo a Tokyo 2020. La squalifica, che è retroattiva, significa che Braz non potrà partecipare ai Giochi Olimpici di Parigi 2024, visto che il suo stop scadrà il 27 novembre di quest’anno.
Il brasiliano era risultato positivo a un controllo antidoping dello scorso 2 luglio, quando erano state trovate nel suo organismo tracce di ostarina, una sostanza utilizzata per l’aumento della massa muscolare. Braz ha spiegato di averla assunta inconsapevolmente, tramite degli integratori alimentari.
La posizione dell’AIU e le possibili conseguenze
Il direttore dell’AIU Brett Clothier ha sottolineato che gli atleti brasiliani, compreso Braz, erano stati informati sui rischi che corrono usando alcuni degli integratori venduti nelle farmacie del loro paese. Nonostante le dichiarazioni di Braz, l’AIU non ha ritenuto di poterlo scagionare.
La squalifica di 16 mesi è inferiore ai quattro anni che Braz avrebbe potuto prendere. Il suo avvocato, Marcelo Franklin, si è detto soddisfatto dell’esito del procedimento, sottolineando che la squalifica non è stata intenzionale. Tuttavia, l’avvocato ha annunciato che farà ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) di Losanna per cercare di ridurre ulteriormente la pena.
L’ombra del doping nello sport
La vicenda di Thiago Braz è un altro esempio di come il doping sia ancora un problema serio nel mondo dello sport. L’assunzione di sostanze vietate, anche involontaria, può avere conseguenze molto gravi per la carriera di un atleta. È importante che gli atleti siano consapevoli dei rischi che corrono usando integratori alimentari e che si informino accuratamente sugli ingredienti e sulle possibili contaminazioni. Inoltre, è fondamentale che le federazioni sportive continuino a combattere il doping con rigore e trasparenza, garantendo un ambiente di gara pulito e equo per tutti gli atleti.