La Palma d’oro ad Anora: un sogno che diventa realtà
Sean Baker, 53 anni, con la faccia da adolescente, sorride e si tiene stretta la Palma d’oro alla cena di chiusura del 77/o festival di Cannes. “Onestamente, questo non è solo un sogno diventato realtà, ma è IL sogno diventato realtà”, dice l’anticonformista regista, che cura i suoi piccoli film indipendenti, girati agli inizi con lo smartphone, in tutti i suoi aspetti, montaggio compreso.
Baker ha dedicato il premio alle “lavoratrici del sesso passate presenti e future”, riportando in America il premio di Cannes che mancava da The Tree of Life di Terrence Malick del 2011 e facendo guadagnare alla società Neon la quinta palma consecutiva dopo Parasite, Titane, Triangle of Sadness e Anatomia di una caduta.
“Vincere la Palma d’oro era il mio obiettivo da 30 anni”, confessa a caldo. Ci è riuscito con la giuria di Greta Gerwig, che ha convinto (a quanto pare non all’unanimità) gli altri a farsi rapire da questa commedia con humor, romantica, piena di umanità, che si può liquidare come un incrocio tra Cenerentola e Pretty Woman se non si vuole andare troppo oltre.
Anora: un film che racconta un altro lato del sogno americano
Baker ha sempre filmato con tenerezza coloro che erano rimasti indietro nel sogno americano: migranti senza documenti, transessuali, tossicodipendenti o prostitute, come nel film amato qualche Cannes fa, Red Rocket, su un attore porno, o Tangerine, con al centro due prostitute transgender afroamericane, o The Florida Project, su una mamma stripteuse.
La storia d’amore, tra una spogliarellista di New York (Mikey Madison) che si innamora del viziato giovane di una famiglia di oligarchi russi, parla di un altro lato del sogno americano. Dunque, seppure commedia anche con risate, sarebbe sbagliato minimizzare la Palma d’oro ad Anora con il pretesto che Sean Baker non fa politica in quel film.
Un messaggio politico forte: la dignità del lavoro e il cinema nelle sale
È invece molto politico sia il parlare della dignità di tutti i lavoratori, anche quelli con lo stigma del sesso, sia la sua dichiarazione di amore e di lotta per il cinema che vive nelle sale, non sullo schermo di un computer.
“Il futuro del cinema è dove è iniziato: in una sala cinematografica! Dobbiamo lottare non per fare cinema ma per fare film che escono nelle sale”, osserva nella notte del Palmares.
Un premio che premia la diversità e la sensibilità
La vittoria di Sean Baker con Anora rappresenta un importante riconoscimento per il cinema indipendente e per la sua capacità di raccontare storie di marginalità con sensibilità e profondità. La Palma d’oro è un premio che premia la diversità, la capacità di guardare oltre le convenzioni e di dare voce a coloro che spesso non hanno voce. La scelta di Baker da parte della giuria di Greta Gerwig conferma che il cinema di oggi è sempre più aperto a nuove forme di narrazione e a nuove prospettive.