Raid israeliano a Rafah: decine di civili morti
L’esercito israeliano ha confermato l’uccisione di due alti esponenti di Hamas, Yassin Rabia e Khaled Nagar, durante un raid aereo a Rafah, nella Striscia di Gaza. Il raid, avvenuto nella serata di ieri, ha causato la morte di circa 40 persone, tra cui donne e bambini, secondo fonti palestinesi.
L’IDF, in una dichiarazione, ha affermato che i due esponenti di Hamas erano responsabili di “una serie di attacchi terroristici contro Israele” e che il raid era stato condotto “per proteggere la sicurezza dei cittadini israeliani”.
L’esercito israeliano ha aggiunto di essere a conoscenza di “rapporti che a seguito dell’attacco e dell’incendio scoppiato diversi civili nella zona sono rimasti feriti e che l’incidente è in esame”.
Reazioni internazionali
La comunità internazionale ha condannato l’attacco israeliano. L’ONU ha chiesto un’indagine indipendente sull’incidente, mentre l’Unione Europea ha espresso “profonda preoccupazione” per le vittime civili. Anche gli Stati Uniti hanno espresso preoccupazione per le perdite civili, ma hanno anche affermato di sostenere il diritto di Israele a difendersi.
La situazione nella Striscia di Gaza
La situazione nella Striscia di Gaza è tesa da settimane. L’escalation di violenza è iniziata con l’uccisione di un comandante di Hamas in un raid israeliano a gennaio. Da allora, ci sono stati numerosi scambi di fuoco tra Israele e Hamas, con razzi palestinesi che hanno colpito il territorio israeliano e l’esercito israeliano che ha risposto con attacchi aerei e bombardamenti.
La Striscia di Gaza è sotto blocco israeliano dal 2007. Il blocco ha causato una grave crisi umanitaria, con la popolazione che soffre di carenze di cibo, acqua e medicine.
L’escalation del conflitto
L’incidente di Rafah rappresenta un’ulteriore escalation del conflitto tra Israele e Hamas. La situazione è estremamente delicata e rischia di degenerare in una nuova guerra. È fondamentale che la comunità internazionale si adoperi per una soluzione pacifica al conflitto, che tenga conto delle esigenze di sicurezza di entrambe le parti e che ponga fine alla sofferenza della popolazione civile.