La comandante Fiorini mette in dubbio la versione di Gualandi
Silvia Fiorini, comandante della polizia locale di Anzola, ha rilasciato una dichiarazione che getta nuova luce sull’omicidio di Sofia Stefani, ex vigilessa uccisa da un colpo di pistola sparato dall’arma di ordinanza di Giampiero Gualandi. Durante la sua testimonianza, Fiorini ha affermato di non aver mai visto Gualandi pulire l’arma in ufficio, contraddicendo la versione fornita dal 62enne, attualmente in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato.
Secondo il racconto di Gualandi, il 16 maggio scorso, durante una colluttazione con Sofia Stefani, è partito un colpo per errore dalla sua pistola, che stava pulendo. La comandante Fiorini, però, ha smentito questa versione, dichiarando di non aver mai visto Gualandi con l’arma in mano in ufficio.
Il regolamento interno e la presenza dell’arma
Fiorini ha spiegato che Gualandi, ex comandante del reparto e ora commissario capo, era stato esonerato dai servizi esterni da pochi mesi e lavorava quindi in ufficio. Nonostante ciò, gli era rimasta la pistola, poiché non è prevista una revoca automatica in questi casi. La comandante ha però sottolineato che, secondo il regolamento interno, gli agenti in servizio interno non dovrebbero essere armati.
“Il nostro regolamento prevede che i nostri servizi interni non debbano essere armati”, ha dichiarato Fiorini agli investigatori. “Solitamente ciascun agente si esercita almeno una o due volte l’anno”.
Dubbi sulla pulizia dell’arma in ufficio
Fiorini ha definito “anomalo” il fatto che Gualandi abbia pulito l’arma in ufficio, considerando che le ultime esercitazioni si erano svolte a novembre e le armi dovrebbero essere state pulite in poligono. “Non svolgendo servizi esterni, Gualandi non doveva portare l’arma, a norma di regolamento, e pertanto non ravviso la necessità di una pulizia estemporanea”, ha aggiunto la comandante.
La comandante ha anche espresso dubbi sulla capacità di Gualandi di maneggiare l’arma per la pulizia: “Non so se avesse la capacità di maneggiare l’arma in termini di smontaggio e rimontaggio per pulirla”.
La testimonianza di Fiorini e le possibili implicazioni
La testimonianza di Fiorini solleva importanti dubbi sulla versione fornita da Gualandi e potrebbe avere un impatto significativo sulle indagini. Se confermata, la dichiarazione della comandante potrebbe mettere in discussione la tesi dell’incidente e rafforzare l’accusa di omicidio volontario. La procura dovrà ora valutare attentamente questa nuova testimonianza e le sue possibili implicazioni sull’inchiesta.