La Corea del Nord condanna il vertice di Seul
La Corea del Nord ha denunciato con veemenza la discussione sulla denuclearizzazione della penisola coreana tenuta oggi al vertice di Seul tra i leader di Cina, Giappone e Corea del Sud, definendola una “grave provocazione politica” e una “violazione” del suo “status costituzionale di Paese dotato di armi nucleari”.
In un dispaccio diffuso dall’agenzia di stampa statale Kcna, un portavoce del ministero degli Esteri ha affermato che “discutere oggi della denuclearizzazione della penisola coreana costituisce una grave provocazione politica”, in evidente violazione della Carta fondamentale di Pyongyang.
La posizione della Corea del Nord
La Corea del Nord ribadisce la sua determinazione a mantenere il suo arsenale nucleare, considerandolo un elemento fondamentale della sua sicurezza nazionale. La Carta fondamentale del Paese, documento costituzionale di massima importanza, sancisce il diritto della Corea del Nord di sviluppare e mantenere armi nucleari come deterrente contro eventuali minacce esterne.
Le preoccupazioni internazionali
La comunità internazionale, in particolare gli Stati Uniti e i loro alleati, considera il programma nucleare nordcoreano una minaccia alla sicurezza globale. Le Nazioni Unite hanno imposto numerose sanzioni alla Corea del Nord per costringerla a rinunciare alle sue armi nucleari. Tuttavia, Pyongyang ha sempre respinto le richieste di denuclearizzazione, affermando che il suo arsenale nucleare è necessario per proteggersi da una possibile invasione da parte degli Stati Uniti.
La situazione attuale è delicata
La dichiarazione della Corea del Nord dimostra la crescente tensione nella penisola coreana. La posizione intransigente di Pyongyang, insieme alla crescente pressione internazionale, rende difficile immaginare una soluzione diplomatica al problema nucleare. Il rischio di un conflitto armato rimane elevato, con conseguenze potenzialmente devastanti per la regione e per il mondo intero.