Un anno di esplorazioni cosmiche: il bottino di Euclid
Il telescopio spaziale Euclid dell’Agenzia Spaziale Europea, lanciato a luglio 2023 con l’obiettivo di svelare i misteri dell’universo oscuro, ha celebrato il suo primo anno di attività con la pubblicazione di cinque straordinarie immagini cosmiche e una serie di scoperte scientifiche senza precedenti.
In un anno di osservazioni, Euclid ha raccolto una quantità impressionante di dati, rivelando oltre 1.500 miliardi di stelle orfane che vagano senza dimora, 29 antiche galassie che forniscono informazioni sui primi miliardi di anni dell’universo e 16 milioni di oggetti cosmici, tra cui nubi di gas e polveri dai colori suggestivi, in luce visibile e infrarossa.
Queste scoperte, presentate dall’Esa e pubblicate in 10 studi su arXiv, rappresentano solo la punta dell’iceberg per gli astrofisici. “Euclid è una missione unica e innovativa, e questi sono i primi dati ad essere resi pubblici: è una pietra miliare importante”, afferma Valeria Pettorino, ricercatrice dell’Esa per il progetto Euclid.
Immagini nitide e campi di vista immensi
Le immagini ottenute da Euclid sono almeno quattro volte più nitide di quelle che è possibile ottenere dai telescopi terrestri e simili a quelle acquisite dal telescopio spaziale Hubble, ma coprono un’area 175 volte più grande con una profondità senza rivali. Questa combinazione di nitidezza e ampiezza di vista consente di osservare dettagli senza precedenti di oggetti cosmici lontani.
Euclid è un progetto internazionale di grande ambizione, con un forte contributo italiano, attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana, l’Istituto Nazionale di Astrofisica e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, coinvolgendo oltre 200 ricercatori e numerose università italiane.
Alla scoperta dei misteri dell’universo oscuro
Nel corso dei prossimi sei anni, Euclid dovrà ottenere la mappa di miliardi di galassie in più di un terzo del cielo, cercando di capire come si è formato ed evoluto l’universo e di svelare i segreti della materia oscura e dell’energia oscura, che costituiscono il 95% dell’universo.
Le immagini pubblicate mostrano, ad esempio, miliardi di stelle nei grandi ammassi Abell 2390 e Abell 2764, tra le strutture più massicce dell’universo, che comprendono migliaia di galassie e sono grandi depositi di materia oscura. Queste strutture rappresentano laboratori astrofisici ideali per studiare le proprietà della materia oscura.
Un’altra immagine mostra NGC 6744, una delle galassie a spirale più grandi dell’universo locale distante 30 anni luce, in cui è evidente l’attività di formazione stellare. L’ampio campo visivo del telescopio cattura l’intera galassia, evidenziando dettagli come i filamenti di polveri simili a piume che emergono dai bracci della spirale.
Un futuro ricco di scoperte
Le immagini di Euclid mostrano anche la culla di stelle 78 e il gruppo di galassie del Dorado, dove due di queste sono sul punto di fondersi. “Non è esagerato affermare che i risultati che stiamo vedendo ora non hanno precedenti”, dichiara Carole Mundell, direttore scientifico dell’Esa. “La bellezza di Euclid è che copre vaste regioni del cielo con grande dettaglio e profondità, e può catturare un’ampia gamma di oggetti diversi tutti nella stessa immagine: otteniamo così una visione molto dettagliata e molto ampia allo stesso tempo. Questa straordinaria versatilità modificherà in modo significativo la nostra comprensione dell’universo nei prossimi anni.”
Un futuro luminoso per la cosmologia
Le prime scoperte di Euclid aprono nuove strade per la comprensione dell’universo oscuro e della sua evoluzione. La combinazione di dati ottenuti da Euclid e da altri telescopi spaziali e terrestri, come il telescopio spaziale James Webb, promette di rivoluzionare la nostra comprensione dell’universo e di rispondere a domande fondamentali sulla sua origine e sul suo destino. Le future osservazioni di Euclid ci aiuteranno a svelare i misteri della materia oscura e dell’energia oscura, che costituiscono la maggior parte dell’universo, e a comprendere meglio la formazione e l’evoluzione delle galassie.