Crosetto critica Israele: “Semina odio” e “non ha ascoltato”
Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha espresso forti critiche alla strategia di Israele nel conflitto con Gaza, affermando che l’azione di Tel Aviv sta “seminando un odio che coinvolgerà figli e nipoti”. Crosetto ha sottolineato la necessità di distinguere tra Hamas e il popolo palestinese, sostenendo che Israele avrebbe dovuto adottare una soluzione più “coraggiosa dal punto di vista democratico”.
“Siamo convinti che Israele dovesse risolvere il problema con Hamas, ma fin dal primo giorno abbiamo detto che questa cosa andava affrontata in modo diverso”, ha dichiarato Crosetto a SkyTg24 Live in Milano. “Tutti gli Stati sono concordi che su Rafah Israele doveva fermarsi. Non siamo stati ascoltati e ora guardiamo con disperazione la situazione”, ha aggiunto.
Preoccupazione per una lunga guerra e per il popolo palestinese
Crosetto ha espresso profonda preoccupazione per la prospettiva di una “lunga guerra”, sottolineando come la situazione in Medio Oriente, come in Ucraina, dimostri la difficoltà di influenzare le azioni di uno Stato che decide di intraprendere una guerra.
“Quello che sta accadendo, in Medio Oriente come in Ucraina, ci dimostra che tutta la comunità internazionale anche quando è unita nel chiedere la stessa cosa alla fine non conta nulla di fronte alla volontà di un singolo Stato che decide di fare un’azione come quella che sta accadendo in Ucraina o adesso a Rafah”, ha dichiarato Crosetto.
Il ministro ha inoltre espresso preoccupazione per il popolo palestinese, che secondo lui viene “compresso senza tener conto delle drammatiche difficoltà e dei diritti di uomini, donne e bambini innocenti che nulla hanno a che fare con Hamas”. “Questa cosa non è più giustificabile”, ha concluso Crosetto.
Un appello alla ragione e al dialogo
Le parole di Crosetto riflettono una crescente preoccupazione internazionale per l’escalation del conflitto in Gaza. La sua critica alla strategia di Israele, che punta a distinguere tra Hamas e il popolo palestinese, invita a una riflessione sul ruolo della comunità internazionale e sull’urgenza di trovare una soluzione diplomatica che ponga fine alle violenze e garantisca la sicurezza di tutti i cittadini coinvolti. La necessità di discernere tra i combattenti e la popolazione civile è fondamentale per evitare ulteriori sofferenze e per creare le condizioni per una pace duratura.