Salvini chiede le dimissioni di Stoltenberg
Il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha chiesto le dimissioni del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, dopo le sue dichiarazioni sulla possibilità di autorizzare l’Ucraina a usare le armi fornite dall’Alleanza sul territorio russo. Salvini ha definito le parole di Stoltenberg “inaccettabili” e ha ribadito la sua posizione di sostegno all’Ucraina, ma contro ogni forma di escalation militare che potrebbe portare a una terza guerra mondiale.
“Perché per parlare di guerra – ha aggiunto – per parlare di usare le bombe o i missili o le armi italiane che abbiamo mandato all’Ucraina per difendersi sul suo territorio invece per combattere, colpire e uccidere fuori dal suo territorio, può farlo non in nome mio, non in nome della Lega, non in nome del popolo italiano”.
“Quindi noi dobbiamo difendere l’Ucraina aggredita – la posizione di Salvini – e lo stiamo facendo sin dal primo minuto, ma non siamo in guerra contro nessuno. Io non voglio lasciare ai miei figli la terza guerra mondiale alle porte, quindi la Nato non può imporci di uccidere in Russia né nessuno può imporci di mandare dei soldati italiani a combattere o a morire in Ucraina. Un conto è difendere, un conto è uccidere. Quindi – conclude il leader della Lega – assolutamente mai nella vita e quindi questo signore o chiede scusa o rettifica o si dimette”.
Tajani: “Italia non in guerra con la Russia, non manderemo soldati in Ucraina”
Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha ribadito la posizione del governo italiano di non voler mandare soldati in Ucraina e di controllare l’utilizzo delle armi inviate al paese.
“Noi non vogliamo che siano utilizzate le armi inviate dall’Italia al di là dei confini dell’Ucraina, e già chiaro, controlliamo l’utilizzo di tutto il materiale militare. Quindi, voglio ribadire che noi non siamo in guerra con la Russia, non mandaremo neanche i nostri soldati a combattere in territorio ucraino. Siamo però per difendere il diritto all’indipendenza dell’Ucraina”. Lo ha detto a Bari il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se le parole del segretario generale della Nato, Jens Stoltenber, rischiano di innescare un’esclatation.
“Una sconfitta dell’Ucraina – ha aggiunto il capo della Farnesina – significherebbe rendere più difficile la pace, invece una situazione di stallo comporterebbe un inizio di confronto tra Putin e Zelensky per poi arrivare alla pace. Il nostro obiettivo è la pace, fermo restando il diritto dell’Ucraina ad essere un paese libero e democratico che non può vedere invaso il proprio territorio dall’esercito di un altro Paese”.
La posizione italiana nel conflitto ucraino
La posizione italiana nel conflitto ucraino è complessa e delicata. Da un lato, il governo italiano sostiene l’Ucraina e condanna l’invasione russa. Dall’altro lato, il governo italiano cerca di evitare un’escalation militare che potrebbe portare a una terza guerra mondiale. La posizione di Salvini, che chiede le dimissioni di Stoltenberg, è in linea con la posizione di molti italiani che si oppongono a un intervento militare diretto in Ucraina. Tuttavia, la posizione di Tajani, che ribadisce il sostegno italiano all’Ucraina, è in linea con la posizione della maggior parte dei paesi occidentali. Sarà interessante vedere come si evolverà la posizione italiana nei prossimi mesi, soprattutto in vista delle prossime elezioni europee.