Un cane fedele al fianco di Gesù
“Storia e tradizione raccontano che la notte in cui nacque Gesù a Betlemme faceva molto freddo. I pastori sorvegliavano le greggi dalle intrusioni di briganti e lupi. Molti si riscaldavano attorno ai falò. Ma quella era una notte movimentata come mai. Verso una capanna incavata nella roccia si incamminavano persone a loro sconosciute. Tra queste, in groppa a cammelli riccamente bardati, tre uomini dal contegno severo e regale che parevano venuti da molto lontano. Ma più delle persone, ad attirare gli sguardi fu il passaggio di un cane enorme e bianco, anzi candido, che spedito, fiutando il terreno, si era unito alla processione diretta alla capanna, ora illuminata da una strana stella.”
La narrazione di Pardini: un’esperienza insolita
Vincenzo Pardini, con il suo nuovo romanzo “Vita di Cristo e del suo cane randagio”, si addentra in un’esperienza narrativa insolita. La storia di Gesù, narrata nei Vangeli, si intreccia con quella di un cane fedele, che lo accompagna in ogni suo passo. Il cane, presente in ogni momento della vita di Gesù, rappresenta la lealtà e la devozione incondizionata, un simbolo di amore e fedeltà che trascende il tempo e la morte. “Non so mai perché scrivo un romanzo – afferma Vincenzo Pardini. – So solo che mi viene in mente un’idea, che non vuole andarsene. Allora mi metto all’opera. Cosa analoga è accaduta con quest’ultimo, Vita di Cristo e del suo cane randagio. Ogni libro è una esperienza nuova. Ma questa è stata anche insolita.”
Un dialogo con la fede: l’ispirazione dei Vangeli
Pardini, nel suo percorso creativo, ha trovato una profonda ispirazione nei Vangeli, in particolare in quello di Giovanni. “Leggendo e rileggendo i Vangeli, e riportandone alcune frasi o passaggi, mi accorgevo di quanto le mie parole non reggessero al confronto del testo sacro. Erano meno di granuli di sabbia di fronte a delle montagne. Sono sempre stato credente, ma non mi ero mi chiesto come poter sentire la vicinanza di Dio”. L’autore si è confrontato con la potenza del testo sacro, sentendo la nullità della sua mente e della sua persona di fronte alla narrazione evangelica. “Mi sembrava di aver accanto un amico invisibile, con cui dialogavo via pensiero. E insieme a noi, c’era il cane di Cristo, che ho saputo essere davvero esistito. A suo modo un apostolo, forse più devoto e fedele degli uomini.”
Un’opera ricca di suggestioni
“Vita di Cristo e del suo cane randagio” si presenta come un romanzo ricco di suggestioni, che invita il lettore a riflettere sul tema della fede, della lealtà e dell’amore incondizionato. Il cane, simbolo di fedeltà e devozione, rappresenta un’interpretazione originale della figura di Gesù, un uomo che ha incarnato l’amore e la compassione per tutti gli esseri viventi. La storia del cane, che resta solo dopo l’ascensione di Gesù al cielo, e che torna sulla terra come promesso, è un messaggio di speranza e di fede, un invito a credere nella forza dell’amore e della speranza, anche di fronte alla sofferenza e alla morte.
Un’interpretazione personale della fede
“Vita di Cristo e del suo cane randagio” è un’opera che offre un’interpretazione personale della fede, attraverso la lente della narrazione fantastica. Pardini, con la sua scrittura ricca di immaginazione, riesce a creare un’atmosfera suggestiva e coinvolgente, che tocca il cuore del lettore. Il romanzo, pur non essendo un testo religioso in senso stretto, si basa su una profonda conoscenza dei Vangeli e offre un’interpretazione originale della figura di Gesù. La presenza del cane, fedele compagno di Gesù, contribuisce a rendere la figura di Cristo più umana e accessibile, avvicinandola al lettore.