La memoria di Falcone viva, un esempio di coraggio per le nuove generazioni
A 32 anni dalla strage di Capaci, il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci ha ricordato la tragica fine di Giovanni Falcone, della consorte Francesca Morvillo e del personale di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
“La memoria di quel giorno rimane ancora viva nella generazione -come la mia- che fu attonita testimone di quella strage”, ha dichiarato Musumeci. “Dobbiamo impegnarci tutti affinché anche i giovani, pur col trascorrere del tempo, si riconoscano nell’esempio di coraggio e di tenacia con cui il magistrato siciliano volle condurre il suo impegno nella lotta alla mafia. E spesso lo fece nell’isolamento e nell’ ostracismo voluto da colleghi e istituzioni dello Stato”.
L’impegno di Falcone nella lotta alla mafia
Musumeci ha sottolineato l’impegno di Falcone nella lotta alla mafia, un impegno che lo ha portato a confrontarsi con un sistema corrotto e potente. Falcone ha dimostrato grande coraggio e determinazione nel perseguire la giustizia, nonostante le minacce e le difficoltà che ha dovuto affrontare.
La sua figura rappresenta un esempio di integrità e di dedizione al servizio dello Stato, un modello di riferimento per tutti coloro che si battono per la legalità e la giustizia.
La memoria come strumento di lotta alla mafia
La memoria di Giovanni Falcone è fondamentale per combattere la mafia. Il suo esempio di coraggio e di tenacia deve essere tramandato alle nuove generazioni, affinché possano comprendere la gravità del fenomeno mafioso e la necessità di combatterlo con determinazione. La lotta alla mafia è un impegno che non può essere lasciato solo alle istituzioni, ma deve essere condiviso da tutti i cittadini. La memoria di Falcone ci ricorda che la mafia si può sconfiggere solo con la collaborazione di tutti.