Un’icona del cinema americano premiata a Cannes
George Lucas, uno dei nomi più importanti del cinema americano, ha ricevuto la Palma d’oro onoraria alla cerimonia di chiusura del Festival di Cannes 2024. Un riconoscimento che celebra una carriera straordinaria, segnata da film che hanno cambiato il corso della storia del cinema e che hanno ispirato generazioni di cineasti.
Accolto da una standing ovation di oltre tre minuti, Lucas ha ripercorso la sua carriera, partendo dagli esordi a Los Angeles, dove si è laureato in cinema, fino all’ascesa al successo con film come "Guerre Stellari", "Indiana Jones" e "American Graffiti".
L’alba della Nuova Hollywood: un’epoca di rivoluzione
Lucas ha ricordato con nostalgia l’epoca della "Nuova Hollywood", un periodo di grande fermento creativo che ha visto l’emergere di una nuova generazione di cineasti, tra cui lui stesso, Francis Ford Coppola, Steven Spielberg e Paul Schrader.
"Eravamo io, Francis Ford Coppola, Paul Schrader, Steven Spielberg… con le nostre idee, soprattutto una: noi non volevamo fare soldi ma fare cinema. È stata un’epoca magnifica, c’era un ricambio tra i vecchi studi che avevano fondato Hollywood e noi pronti a rischiare, il fenomeno Easy Rider ci ha tirato la volata", ha detto Lucas, sottolineando l’energia rivoluzionaria che ha caratterizzato quel periodo.
Un rapporto fraterno con Francis Ford Coppola
Lucas ha parlato a lungo del suo rapporto fraterno con Francis Ford Coppola, di cinque anni più grande. "Mi ero appena laureato in cinema a Los Angeles, mi interessava la fotografia, l’animazione, avevo fatto un corto di 15 minuti fantascientifico, THX 1138 – sarebbe poi diventato il suo primo lungometraggio, L’uomo che fuggì dal futuro, ndr – lui lavorava con Roger Corman ed era davvero intenzionato a fare il regista, nel 1969 cominciò la nostra avventura con American Zoetrope, la società fondata insieme", ha raccontato.
Un viaggio in mondi cinematografici leggendari
Il discorso di Lucas è stato un vero e proprio viaggio in mondi cinematografici leggendari, dai primi film come "THX 1138" e "American Graffiti", alla saga di "Guerre Stellari", passando per "Indiana Jones", "Mishima", "Labyrinth" e "Willow".
Lucas ha ricordato con particolare affetto "American Graffiti", definendolo "il mio preferito", e ha descritto l’entusiasmo della premiere: "La premiere fu la cosa più pazzesca vissuta, tutti scatenati come ad un concerto rock e che successo: oltre 100 milioni di dollari".
Una visione sempre proiettata sul futuro
Lucas ha sottolineato che la sua carriera è stata caratterizzata da una visione sempre proiettata sul futuro. "Per me non valgono le divisioni di ruolo", ha detto, riferendosi al fatto che si è sempre occupato di regia, sceneggiatura, produzione e montaggio dei suoi film.
E ha dato un consiglio ai giovani cineasti: "La dote? Ai giovani e agli studenti di cinema dico sempre: la perseveranza. Io sono stato un ragazzo testardo".
Un’eredità che va oltre il cinema
Lucas, con la sua holding, è da tempo molto altro che un semplice regista. Ma è divertente sentirlo raccontare la sua prima volta a Cannes, proprio con il corto "THX 1138".
"Era il 1971 e la Quinzaine des Réalisateurs prese il film ma la produzione, la Warner non aveva intenzione di farci andare in Francia, così con il co-sceneggiatore riuscimmo a racimolare soldi per arrivare. Entrammo senza biglietto di nascosto alla prima. Dopo qualche anno la stampa mi chiese perché non avessimo partecipato alla conferenza stampa: ‘semplice, non lo sapevamo’."
Cannes, un palcoscenico per la sua carriera
Lucas è tornato a Cannes più volte: con "Star Wars, Episodio III – La vendetta dei Sith" nel 2005, "Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo" nel 2008 e "Indiana Jones e il quadrante del destino" nel 2023.
I suoi lavori, ha sottolineato, "non sono i generi di film che prendono premi ai festival", ma a quanto dice neanche lo hanno arricchito: "È un mito che si guadagni soldi con il cinema".
Un’eredità duratura
La Palma d’oro onoraria a George Lucas è un giusto riconoscimento per un’eredità duratura che ha lasciato nel mondo del cinema. Le sue opere hanno ispirato generazioni di cineasti e hanno contribuito a cambiare la percezione del cinema stesso. Lucas è un vero visionario, che ha saputo guardare al futuro e anticipare tendenze che avrebbero poi plasmato il panorama cinematografico mondiale.