L’avviso di garanzia
Il generale dei carabinieri Mario Mori, ex capo del Ros, è stato raggiunto da un avviso di garanzia con invito a comparire per essere interrogato in qualità di indagato per i reati di strage, associazione mafiosa e associazione con finalità di terrorismo internazionale ed eversione dell’ordine democratico. La notizia è stata diffusa dallo stesso Mori in occasione del suo 85esimo compleanno. L’accusa si riferisce agli attentati di Firenze, Milano e Roma del 1993, che causarono la morte di dieci persone e ferirono centinaia di altri.
Il contesto storico
Gli attentati del 1993 furono una serie di attacchi terroristici che colpirono l’Italia, causando la morte di dieci persone e ferirono centinaia di altri. Gli attentati furono attribuiti alla mafia, in particolare alla Cosa Nostra, e furono considerati una risposta alla dura repressione contro la criminalità organizzata che era stata avviata dal governo italiano.
Le indagini
Le indagini sugli attentati del 1993 sono state lunghe e complesse, e hanno portato all’arresto di numerosi esponenti mafiosi. Tuttavia, il ruolo di Mori in questi eventi è stato sempre oggetto di controversia. Alcuni sostengono che Mori fosse a conoscenza dei piani della mafia e che abbia addirittura collaborato con essa, mentre altri sostengono che fosse un agente segreto che stava cercando di infiltrarsi nella criminalità organizzata.
Un’ombra sul passato
L’avviso di garanzia a Mario Mori, a distanza di quasi trent’anni dagli attentati del ’93, riapre un capitolo doloroso della storia italiana. La vicenda, che ha sempre suscitato dubbi e controversie, si ripropone con nuove implicazioni, offrendo un’ulteriore occasione per fare chiarezza su un periodo buio e complesso del nostro passato. La giustizia dovrà ora fare il suo corso, garantendo la massima trasparenza e imparzialità nell’accertamento della verità.