L’incidente probatorio come strumento per tutelare le vittime e velocizzare i processi
Il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm), Fabio Pinelli, ha espresso la necessità di un’ampia diffusione dell’incidente probatorio nei casi di violenza di genere. In un’audizione presso la Commissione sul femminicidio presieduta da Martina Semenzato, Pinelli ha evidenziato come questa misura, se correttamente applicata, potrebbe rappresentare un valido strumento per tutelare le vittime e accelerare i processi giudiziari.
L’incidente probatorio, in sostanza, prevede l’assunzione anticipata di prove durante la fase istruttoria, permettendo di evitare l’audizione della vittima in dibattimento, evitando così un ulteriore stress e disagio.
Pinelli ha sottolineato la necessità di una formazione specifica per i magistrati, affinché siano in grado di applicare correttamente l’incidente probatorio e di comprenderne le potenzialità.
“Se chiesto dai pm e correttamente interpretato dai giudicanti (il riferimento è alla sua sostanziale obbligatorietà), è destinato a evitare l’audizione in dibattimento della vittima e ad imprimere d’altro canto un’accelerazione allo stesso processo facilitando la celebrazione di riti alternativi”, ha dichiarato Pinelli.
Oltre alla formazione giuridica, il vicepresidente del Csm ha evidenziato l’importanza di sviluppare la capacità di comprensione e analisi degli aspetti sociali e psicologici da parte dei giudici, in modo da poter formulare domande che non rimettano in discussione la fragilità della vittima e non causino ulteriori danni o disagi.
“Ciò implica che i giudici stessi chiamati a porre le domande ma anche le parti, e dunque il p.m. e/o i difensori, ricevano una adeguata formazione sulla modalità di formulazione delle domande stesse al duplice scopo, si badi, di non creare ulteriori danni o disagi a chi è stato vittima, ma anche di evitare che colpendone la fragilità se ne possano di fatto alterare le risposte”, ha concluso Pinelli.
L’importanza di un approccio multidisciplinare
L’intervento di Pinelli si inserisce in un contesto di crescente attenzione per le problematiche legate alla violenza di genere. Negli ultimi anni, si è registrato un aumento delle denunce e delle richieste di aiuto da parte delle vittime, ma il sistema giudiziario si trova spesso a dover affrontare sfide complesse.
La formazione specifica per i magistrati, come suggerito da Pinelli, rappresenta un passo fondamentale per migliorare l’approccio del sistema giudiziario ai casi di violenza di genere.
Tuttavia, è importante sottolineare che un approccio multidisciplinare è fondamentale per garantire una risposta efficace a questo fenomeno. La collaborazione tra magistrati, psicologi, assistenti sociali e altri professionisti del settore è essenziale per fornire alle vittime un supporto adeguato e per garantire una giustizia equa ed efficiente.
Considerazioni personali
L’idea di diffondere l’uso dell’incidente probatorio nei casi di violenza di genere è sicuramente lodevole. Si tratta di un’iniziativa che potrebbe contribuire a rendere i processi più rapidi e meno traumatici per le vittime. Tuttavia, è importante sottolineare che la formazione dei magistrati è solo un tassello del puzzle.
Per garantire una risposta efficace alla violenza di genere, è necessario un impegno a livello sistemico, che coinvolga tutti gli attori del sistema giudiziario e sociale.
È fondamentale lavorare per creare un sistema di supporto alle vittime che sia davvero efficace e accessibile a tutti, e per contrastare la cultura della violenza e del silenzio che ancora oggi permea la nostra società.