Un dittico di solitudine e tormenti
Il Teatro di San Carlo di Napoli si prepara ad accogliere un dittico di grande fascino e impatto emotivo: ‘Il castello di Barbablù’ di Béla Bartók e ‘La voce umana’ di Francis Poulenc. Questa produzione, in scena dal 24 al 30 maggio, è firmata dall’Opéra di Parigi e dal Teatro Real di Madrid, con la regia del maestro polacco Krzysztof Warlikowski, Leone d’Oro alla Carriera alla Biennale Teatro nel 2021. Il dittico, diretto da Edward Gardner, si presenta come un viaggio introspettivo nei meandri della solitudine, dell’oppressione e dell’inquietudine, temi che attraversano entrambe le opere, seppur con linguaggi e contesti differenti. ‘Il castello di Barbablù’, opera del 1911, racconta la storia di Judith, una giovane donna che sposa il misterioso duca Barbablù, solo per scoprire che dietro la sua facciata affascinante si cela una realtà oscura e pericolosa. ‘La voce umana’, opera del 1958, è invece un monologo al telefono di una donna abbandonata dal suo amante, che si abbandona al dolore e alla disperazione.
Un cast stellare
Il cast vocale di questo dittico è di altissimo livello. Nel ruolo di Barbablù, John Relyea si confronta con un personaggio complesso e ambiguo, mentre Elīna Garanča, al suo debutto nel ruolo di Judith, regala al pubblico la sua interpretazione potente e suggestiva. In ‘La voce umana’, Barbara Hannigan veste i panni di ‘Elle’, la donna che si abbandona al dolore e alla disperazione, con una voce che sa trasmettere tutta la fragilità e la forza di un’anima ferita.La regia di Warlikowski si caratterizza per un approccio psicologico e simbolista, che mette in luce le sfumature più profonde dei personaggi e le loro emozioni. La scenografia di Małgorzata Szczęśniak e i costumi di Christian Longchamp creano un’atmosfera suggestiva e inquietante, mentre la coreografia di Claude Bardouil aggiunge un ulteriore livello di espressività al dittico.
Un’esperienza immersiva
L’assenza fisica dei personaggi assenti in scena diventa un elemento chiave del dittico, creando un’atmosfera di inquietudine e oppressione. Warlikowski vuole che le due opere scorrano fluide l’una nell’altra, senza soluzione di continuità, trovando uno spazio di condivisione in questa solitudine condivisa. Il dittico ‘Il castello di Barbablù’ e ‘La voce umana’ al Teatro di San Carlo si preannuncia come un’esperienza teatrale coinvolgente e intensa, capace di toccare le corde più profonde dell’animo umano. Un’occasione imperdibile per appassionati di musica e teatro, per scoprire due capolavori del repertorio operistico e per lasciarsi trasportare in un mondo di emozioni e di tormenti.
Un viaggio introspettivo
Il dittico presentato al Teatro di San Carlo è un’occasione per riflettere sulla solitudine e sui tormenti interiori che spesso ci affliggono. La scelta di unire due opere così diverse, ma accomunate da un tema centrale, dimostra l’abilità di Warlikowski nel creare un’esperienza teatrale che trascende i confini generazionali e culturali.