Il grido d’allarme degli Yanomami a Cannes
Davi Kopenawa, sciamano e leader del popolo Yanomami del Brasile, ha portato il suo grido d’allarme al Festival di Cannes 2023. Accompagnato dal documentario The Falling Sky, diretto dai registi brasiliani Eryk Rocha e Gabriela Carneiro da Cunha, Kopenawa ha presentato al mondo la lotta per la sopravvivenza della sua gente e l’impatto devastante della deforestazione sull’Amazzonia.
Il film, presentato alla Quinzaine, racconta la vita quotidiana degli Yanomami, la loro cultura, le loro tradizioni e la loro profonda connessione con la foresta amazzonica. Ma The Falling Sky è anche un grido d’allarme, un appello accorato per difendere la terra, la cultura e la vita degli Yanomami, minacciati dall’invasione di minatori e dalla deforestazione.
Kopenawa, che ha aperto la sua casa in mezzo alla foresta ai registi, ha permesso loro di filmare un rito tradizionale in cui la comunità maledice i nape, i bianchi, che stanno tagliando gli alberi e rovinando il paesaggio. “Il mio popolo combatte per la sua terra”, ha dichiarato Kopenawa, “e abbiamo accettato il film perché pensiamo possa essere utile alla nostra causa. The Falling Sky è una opportunità per noi, è bene che più persone possibili vedano quello che ci accade.”
La promessa di Lula e la realtà della deforestazione
Il presidente brasiliano Lula da Silva ha promesso di fermare l’avanzata della deforestazione nell’Amazzonia. Ma la situazione sul campo è tutt’altro che rosea. “Il presidente ha fatto la sua promessa”, ha commentato Kopenawa, “ma molte persone parlano di deforestazione senza sapere bene cosa comporti. Noi sappiamo una cosa: io e la mia gente siamo nati sotto quegli alberi, è la nostra madre terra, io sono ancora vivo e combatterò per difenderla fino alla fine. Non c’è una data in cui il cielo cadrà, speriamo che il mondo si accorga in tempo.”
Negli ultimi anni, l’Amazzonia è stata teatro di una massiccia invasione di minatori, alla ricerca di oro e cassiterite. Questo ha portato a una grave crisi umanitaria, con violenza, contaminazione dell’acqua e del pesce da mercurio, deforestazione e numerose malattie tra gli Yanomami. La situazione è particolarmente grave per gli Yanomami, che sono circa 30.000 e vivono in oltre 300 comunità sparse nell’Amazzonia brasiliana.
The Falling Sky: un film per dare voce agli Yanomami
The Falling Sky è una testimonianza della vita e della cultura degli Yanomami, ma è anche un documento importante per comprendere la gravità della situazione che stanno affrontando. Il film è stato realizzato con grande rispetto per la cultura e le tradizioni degli Yanomami. I registi hanno utilizzato una troupe di appena cinque persone, con la collaborazione di giovani nativi e con mezzi tecnologici poco invadenti per non turbare la comunità.
“Il nostro cinema voleva innanzitutto rispettare gli Yanomami”, ha spiegato Gabriela Carneiro da Cunha, “siamo stati accettati e abbiamo fatto le riprese con una troupe di appena cinque persone, con la collaborazione di giovani nativi e con mezzi tecnologici poco invadenti proprio per non turbarli. Questo è il cinema che ci piace: essere lì parte di quello che stiamo facendo con coinvolgimento e rispetto.”
The Falling Sky è una co-produzione Brasile e Italia, una co-produzione Aruac Filmes, Hutukara Yanomami Association, Stemal Entertainment con Rai Cinema, in collaborazione con Le Film D’Ici, prodotto dagli stessi registi e da Donatella Palermo.
La cultura Yanomami e l’urgenza di difenderla
Il film The Falling Sky è un potente strumento per dare voce agli Yanomami e per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione che stanno affrontando. La cultura Yanomami è ricca e complessa, profondamente legata alla foresta amazzonica. La loro lotta per la sopravvivenza è anche una lotta per la difesa della biodiversità, dell’equilibrio climatico e della cultura di un popolo che sta rischiando di scomparire. È fondamentale che la comunità internazionale si impegni a difendere gli Yanomami e a proteggere la foresta amazzonica, un bene prezioso per l’intero pianeta.