Assocontact abbandona il contratto Tlc: la denuncia della Cub
L’associazione di Confcommercio che racchiude le aziende di call center, Assocontact, ha comunicato che dal 1 agosto 2024 uscirà dal contratto Tlc (Telecomunicazioni). La decisione, secondo la Cub, avrebbe l’obiettivo di ridurre i salari, aumentare la precarietà e limitare i diritti dei lavoratori. “L’obiettivo è ridurre i salari, avere maggiore precarietà e flessibilità e minori diritti per i lavoratori”, denuncia la Cub che ha indetto uno sciopero per il 5 giugno per l’intera giornata lavorativa.
E’ previsto un presidio davanti alla sede Confcommercio a Milano, in corso Venezia 47, dalle 10 alle 12.
Le ragioni dell’abbandono del contratto Tlc
Secondo i datori di lavoro, il costo del lavoro è troppo alto, i costi operativi per l’energia e la gestione delle sedi sono eccessivi, c’è un calo di volumi di lavoro, c’è una crescente richiesta di flessibilità dei committenti e c’è una tassazione troppo alta.
Per questo, oltre a respingere le piattaforme per il rinnovo del contratto, scaduto nel 2023, hanno deciso di abbandonare il contratto Tlc per adottare un contratto più favorevole alle aziende di cui non si sa ancora il nome, sottolinea il sindacato.
L’obiettivo: più potere per le aziende
Gli obiettivi delle aziende di Assocontact in realtà è “avere più potere in azienda in tutti i sensi. Pensano che questo sia il momento giusto per attaccare frontalmente i lavoratori facendo leva su un governo considerato “amico”. Non bastano la mancata rivalutazione dei salari rispetto all’inflazione, gli incentivi decisi dal governo sulle nuove assunzioni, la detrazione del 120% dei costi del personale, la liberalizzazione dei contratti a termine, la facilità di licenziare introdotta dal Job act”, conclude la Cub.
Un’azione preoccupante per il futuro dei lavoratori
L’abbandono del contratto Tlc da parte di Assocontact è un segnale preoccupante per il futuro dei lavoratori del settore. La decisione di adottare un nuovo contratto, non ancora definito, potrebbe portare a una riduzione dei salari, un aumento della precarietà e una diminuzione dei diritti dei lavoratori. Questa situazione potrebbe peggiorare le già precarie condizioni lavorative in un settore che si basa spesso su contratti a termine e su un’elevata rotazione del personale. E’ fondamentale che il nuovo contratto tuteli i lavoratori e garantisca loro condizioni di lavoro dignitose.