Una spedizione punitiva per una lite tra ragazzine
Un padre di 39 anni, già condannato nel 2014 per associazione di stampo mafioso, è stato arrestato a Bari con l’accusa di tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso e dai futili motivi, oltre che per porto e detenzione illegale di armi. L’uomo, secondo l’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla gip Ilaria Casu, avrebbe sparato contro la casa di una ragazza, accusata di aver tradito la figlia 13enne, per vendicare il "patimento amoroso" subito dalla figlia.
L’episodio, avvenuto a settembre del 2022, sarebbe scaturito da una lite tra le due ragazzine, in cui la figlia del 39enne avrebbe accusato la coetanea di tradimento. Il padre, non accettando la relazione omosessuale della figlia, avrebbe deciso di "sistemare la faccenda" a modo suo, organizzando una spedizione punitiva.
La violenza espressa: due colpi di pistola contro la casa
Il 39enne, accompagnato da un complice e dalla figlia, si è recato a casa della ragazza accusata di tradimento. Dopo aver bussato con violenza al portone, l’uomo ha sparato due colpi di pistola contro la donna che si era affacciata alla finestra. I proiettili hanno sfondato la finestra, entrando in casa e conficcandosi nel soffitto e sul davanzale. Fortunatamente, nessuno è rimasto ferito.
In casa, oltre alla donna, si trovavano la madre, la sorellina, il fratellino e un’altra ragazza maggiorenne. La violenza espressa dall’uomo, secondo l’ordinanza, dimostra l’intenzione di ammazzare la donna. "Egli manifesta prima la sua ira, richiamando l’attenzione delle donne che in quel momento erano in casa e dopo, avendo "notato" la presenza di una di esse che si affaccia, gli esplode contro almeno due colpi di arma da fuoco. E’ chiaro che spara per ammazzarla e non è certo per sua volontà che tale evento non si concretizza", si legge nell’ordinanza.
L’incomprensione del padre e il legame con la criminalità organizzata
Il 39enne, già condannato per associazione mafiosa, avrebbe agito per "vendetta" e per "sistemare la faccenda" a suo modo. L’ordinanza sottolinea come l’uomo non abbia accettato la relazione omosessuale della figlia, interpretando la lite tra le ragazzine come un tradimento da vendicare. Questo episodio, oltre a dimostrare la violenza e l’incomprensione del padre, rivela anche i legami con uno dei clan mafiosi del territorio.
La vicenda, che coinvolge minori e un contesto di violenza familiare, solleva un’allarmante questione sociale. L’incapacità di accettare l’orientamento sessuale della figlia e la scelta di agire con violenza, in un contesto di legami con la criminalità organizzata, rappresentano un campanello d’allarme che non può essere ignorato.
Un episodio allarmante
Questo episodio è un esempio allarmante della violenza che può scaturire da una combinazione di incomprensione, omofobia e legami con la criminalità organizzata. La reazione del padre, sproporzionata e pericolosa, mette in luce la necessità di un intervento educativo e sociale per contrastare l’intolleranza e la violenza, soprattutto in contesti familiari.