Verdini trasferito a Pisa per motivi di salute
L’ex parlamentare Denis Verdini, condannato a 15 anni e 10 mesi di reclusione per bancarotta, è stato trasferito dal carcere di Sollicciano a Pisa per motivi di salute. Il trasferimento è avvenuto nelle scorse settimane, dopo che le sue condizioni di salute, a detta del personale carcerario, sarebbero incompatibili con la detenzione carceraria. Verdini, che ha da poco compiuto 73 anni, si trova ora presso il centro clinico del carcere di Pisa, dove riceve le cure necessarie. Il suo legale, l’avvocato Marco Rocchi, ha confermato la notizia e ha aggiunto che il giudice di sorveglianza ha nominato un perito per valutare la situazione e decidere se concedere o meno la scarcerazione a Verdini.
L’udienza del 30 maggio
Il 30 maggio si terrà l’udienza davanti al giudice del tribunale di sorveglianza di Firenze per discutere la possibile scarcerazione di Verdini. Il perito incaricato dal giudice dovrà presentare la sua relazione sulle condizioni di salute dell’ex parlamentare e il giudice dovrà decidere se le sue condizioni sono effettivamente incompatibili con la detenzione carceraria. In caso affermativo, Verdini potrebbe ottenere la scarcerazione, ma potrebbe anche essere sottoposto ad altre misure cautelari, come la detenzione domiciliare o il divieto di uscire di casa.
La storia giudiziaria di Verdini
Verdini è stato condannato in tre diversi processi per bancarotta. Nel gennaio 2021 aveva ottenuto la detenzione domiciliare per motivi di salute, a causa della diffusione del Covid nel carcere capitolino. Decisione confermata poi dal tribunale di sorveglianza di Firenze nel luglio 2021 per motivi di età. Lo scorso febbraio la detenzione domiciliare gli era stata revocata per aver violato le prescrizioni imposte dallo stesso tribunale di sorveglianza, dopo che l’ex senatore di Ala aveva partecipato a tre cene in ristoranti di Roma, dove era stato autorizzato ad andare per visite dal dentista di fiducia e pernottare a casa del figlio Tommaso.
Considerazioni
La vicenda di Denis Verdini solleva ancora una volta il tema della compatibilità della detenzione carceraria con le condizioni di salute dei detenuti. La legge italiana prevede che i detenuti con problemi di salute gravi possano essere trasferiti in strutture sanitarie o sottoposti a misure alternative alla detenzione. Tuttavia, la pratica dimostra che spesso queste misure non vengono applicate con la dovuta attenzione e celerità. Il caso di Verdini dimostra come il sistema carcerario italiano sia ancora in difficoltà nel gestire i detenuti con gravi patologie. Il problema è complesso e richiede un’attenzione particolare da parte delle istituzioni, che devono garantire la sicurezza dei detenuti, ma anche la loro dignità e il loro diritto alla salute.