Proteste in escalation a Misiones
La protesta degli agenti di polizia nella provincia argentina di Misiones, iniziata cinque giorni fa, si è diffusa ad altri settori pubblici, con docenti e personale sanitario che si sono uniti alla richiesta di aumenti salariali. La situazione è tesa, con il governo locale che minaccia uno sgombero con la forza e l’invio di forze federali per ristabilire l’ordine pubblico.
Situazione di stallo e tensione
La situazione attorno alla centrale radio della polizia della capitale provinciale Posadas, dove si sono trincerati gli agenti, continua ad essere di estrema tensione. L’adesione alla protesta dei docenti della scuola pubblica e del personale della sanità ha ulteriormente aggravato la situazione, con il governo locale che minaccia uno sgombero con la forza. L’esecutivo federale ha inviato a sostegno dell’ordine pubblico un contingente di 200 uomini tra agenti della polizia federale e gendarmi.
Scontri e richieste salariali
Momenti di alta tensione si sono vissuti quando un cordone della polizia federale ha cercato di impedire il congiungimento degli impiegati pubblici con gli agenti ammutinati, producendo duri scontri che non sono tuttavia degenerati in un conflitto a fuoco. Il salario di un agente della polizia di Misiones, denunciano gli ammutinati, parte da un minimo di 300 dollari mensili circa, per arrivare ai 550 dollari di un commissario. Il governo locale ha offerto aumenti fino al 60%, ma sono stati respinti dai poliziotti ribelli, tenendo conto che l’inflazione su anno ad aprile è stata del 289,4%.
Un’ondata di proteste che riflette una crisi economica profonda
Le proteste a Misiones riflettono una situazione critica in Argentina, dove l’inflazione galoppa e il potere d’acquisto dei salari è in costante calo. La crescente insoddisfazione sociale, in particolare tra i dipendenti pubblici, sta spingendo il governo ad affrontare una sfida complessa, che richiede soluzioni politiche e economiche concrete per rispondere alle legittime richieste della popolazione.