Netanyahu accusa la Cpi di ingerenza politica
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha definito “uno scandalo” la richiesta del procuratore della Corte penale internazionale (Cpi) di emettere mandati di arresto contro di lui e contro il ministro della Difesa Yoav Gallant. La decisione del procuratore è legata alle accuse di crimini di guerra commessi durante l’operazione militare israeliana “Guardia di ferro” nella Striscia di Gaza nel 2014.
In una riunione del suo partito Likud, Netanyahu ha denunciato la mossa come un’ingerenza politica, affermando che la Cpi sta cercando di “distruggere Israele” e che la sua richiesta di mandati di arresto è “un attacco alla democrazia israeliana”.
La posizione di Netanyahu
Netanyahu ha ribadito l’impegno del suo governo a difendere Israele e i suoi cittadini, affermando che “non ci piegheremo alle pressioni della Cpi”. Ha anche espresso fiducia nella giustizia israeliana, sottolineando che il suo governo è pronto a cooperare con le autorità israeliane per dimostrare la sua innocenza.
La richiesta di mandati di arresto da parte del procuratore della Cpi è stata accolta con un’ondata di proteste da parte del governo israeliano, che ha definito la mossa “un’offesa all’indipendenza e alla sovranità di Israele”.
Le accuse contro Netanyahu e Gallant
Le accuse contro Netanyahu e Gallant riguardano presunti crimini di guerra commessi durante l’operazione militare “Guardia di ferro” nella Striscia di Gaza nel 2014. La Cpi ha aperto un’indagine sull’operazione nel 2015, dopo che il governo di Hamas nella Striscia di Gaza ha presentato una denuncia.
L’indagine della Cpi si è concentrata su presunti attacchi indiscriminati contro civili, bombardamenti di infrastrutture civili e l’uso sproporzionato della forza da parte dell’esercito israeliano.
Le implicazioni di questa decisione
La decisione del procuratore della Cpi di richiedere mandati di arresto contro Netanyahu e Gallant ha il potenziale di innescare una nuova crisi diplomatica tra Israele e la comunità internazionale. Questa mossa potrebbe anche alimentare le tensioni interne in Israele, dove l’opinione pubblica è divisa sulla questione della Cpi e sulla legittimità della sua indagine. Sarà interessante vedere come si svilupperanno gli eventi e come il governo israeliano risponderà a questa sfida.