Scontro acceso nel dibattito finale
Il dibattito finale per le elezioni presidenziali messicane del 2 giugno ha visto uno scontro acceso tra i tre candidati, con accuse reciproche sulla sicurezza, la migrazione e la corruzione. La rappresentante per il partito di governo progressista Morena, Claudia Sheinbaum, la sfidante della coalizione Frente Amplio, Xochitl Galvez, e l’outsider del Movimento Cittadino, Jorge Alvarez Maynez, si sono affrontati sul ring televisivo, con un clima di forte tensione.
Galvez, in ritardo negli ultimi sondaggi, ha sferrato alcuni colpi bassi contro Sheinbaum, definendola “la candidata dei narcos” e accusando il governo di avere “un patto di protezione” con i principali cartelli della droga. Sheinbaum ha risposto con altrettanta veemenza, ricordando che gli omicidi sono diminuiti negli ultimi sei anni e difendendo la politica del governo che punta a risolvere le cause della migrazione attraverso aiuti ai paesi di provenienza.
Alvarez, dato dai sondaggi all’ultimo posto, ha diretto i suoi colpi principalmente contro Galvez, ignorando l’appello di settori del centrodestra di ritirarsi dalla contesa per non dividere i voti dell’opposizione.
La violenza continua a minacciare la campagna elettorale
Al di là del dibattito presidenziale, sul terreno la campagna elettorale è letteralmente tinta di sangue. Secondo l’osservatorio ‘Laboratorio Electoral’ sono in totale 70 gli omicidi di persone legate al processo elettorale dall’avvio della campagna lo scorso giugno, 33 dei quali erano candidati o aspiranti a una candidatura.
Negli ultimi tre giorni, altrettanti agguati contro candidati alle elezioni municipali hanno causato 15 morti solo nello stato del Chiapas. La violenza che colpisce la campagna elettorale è un segnale allarmante che evidenzia la fragilità delle istituzioni messicane e la pervasività della criminalità organizzata nel paese.