Una città che non c’è: un viaggio introspettivo nella Cina di inizio Novecento
“La città che non c’è”, il nuovo romanzo di Yu Hua, scrittore cinese bestseller e pluripremiato, è un viaggio introspettivo nella Cina di inizio Novecento. Il romanzo, ambientato in una città immaginaria chiamata Wencheng, esplora i sentimenti, i desideri e i sogni di una società in fermento, dilaniata da lotte intestine e dall’incertezza di un impero millenario in declino.
Il protagonista, un uomo del nord, arriva a Wencheng sotto una bufera di neve con una bambina in braccio, alla ricerca della madre della piccola e di una città che non esiste sulla carta geografica. Il romanzo, però, non si limita a raccontare la sua storia. Yu Hua intreccia le vicende di uomini, donne, mestieri antichi e scomparsi, creando un’epopea che riflette la complessità e la ricchezza della società cinese di inizio Novecento.
La città di Wencheng, che non si trova sulla mappa, rappresenta un simbolo di ciò che non riusciamo a ritrovare nella nostra vita. Come spiega Yu Hua, “questa idea della città che non c’è significa anche che in ciascuno di noi c’è qualcosa che non riusciamo a ritrovare della nostra vita”.
Le contraddizioni della società cinese e il rapporto con l’Europa
Yu Hua, nel suo romanzo, mette in luce le contraddizioni e gli opposti che caratterizzano le relazioni umane, un tema che, a suo dire, è ancora più presente nella società contemporanea. “Le relazioni umane oggi sono diventate più spaventose di quelle che descrivo nel romanzo”, afferma lo scrittore, “in questo momento sono determinate anche dalle armi. Basta pensare alle guerre in corso: il conflitto in Ucraina, la drammatica questione palestinese e israeliana”.
Lo scrittore, che ha visto il suo incontro al Salone del Libro di Torino spostato in Sala Oro per la grande affluenza di fan e giovani, riflette anche sul rapporto tra la Cina di oggi e l’Europa. “Dalla fase della cosiddetta ‘riforma e apertura’ economica all’inizio degli anni ’80, ormai sono passati più di 40 anni”, spiega Yu Hua, “stiamo entrando nel 46esimo. Dal punto di vista economico il modello di sviluppo ormai è arrivato a un punto di svolta, cruciale. Sicuramente si devono operare dei cambiamenti, si apre un’epoca nuova”.
Yu Hua sottolinea l’importanza di affrontare le sfide del nuovo modello di sviluppo economico, come il problema della disoccupazione intellettuale, e di costruire relazioni solide con l’Europa. “Il rapporto con l’Europa è una domanda complicata perché in realtà le relazioni tra Europa e Cina comprendono quelle tra la Cina e l’Italia, la Cina e la Francia, la Cina e la Germania, ma con ogni Paese ci sono diversi rapporti dovuti alle caratteristiche specifiche di ogni realtà. È difficile parlare di rapporti tra l’Europa nel suo complesso e la Cina perché in ogni Paese della Ue gli interessi nazionali prevalgono su quelli europei”.
Un’epopea di storie e un nuovo progetto letterario
“La città che non c’è” è il sesto romanzo di Yu Hua, che ha anche scritto numerosi racconti. Lo scrittore sta lavorando a un nuovo progetto letterario: “Sto scrivendo racconti autobiografici, che riguardano la mia infanzia e quella di mio figlio. Uscirà un libro a capitoli in cui sono legate le nostre storie d’infanzia”, anticipa Yu Hua.
Il nuovo libro si preannuncia come un’opera intima e personale, che permetterà al lettore di scoprire un lato diverso di Yu Hua, oltre al suo talento di narratore di storie epiche e complesse.