Pattuglie intensificate a Taiwan: risposta alla presenza cinese
La guardia costiera taiwanese ha messo in atto un’intensificazione delle pattuglie nelle acque intorno alle isole di Kinmen, Matsu e Penghu, tutte situate a pochi chilometri dalla Cina ma sotto il controllo di Taipei. Questa decisione, presa nel fine settimana, è stata motivata dalla crescente presenza di navi cinesi nella zona, anche in aree vietate alla navigazione. La mossa arriva alla vigilia dell’insediamento di William Lai alla presidenza di Taiwan, un evento che ha suscitato preoccupazioni per possibili reazioni da parte della Cina.
Il silenzio cinese: un segnale inquietante?
Nelle 24 ore precedenti alle 6 del mattino ora locale (mezzanotte in Italia), il ministero della Difesa di Taipei ha segnalato la presenza di 7 aerei e 7 navi dell’Esercito popolare di liberazione cinese nell’area. Questo numero è insolitamente basso, soprattutto considerando il contesto di tensione. Tale silenzio alimenta i sospetti su possibili azioni future da parte di Pechino, che potrebbe decidere di rispondere all’insediamento di Lai con una dimostrazione di forza.
Considerazioni personali
L’intensificazione delle pattuglie da parte di Taiwan e il silenzio apparente della Cina evidenziano la fragilità della situazione nello Stretto di Taiwan. La crescente pressione cinese su Taiwan, unita all’ascesa di un presidente considerato da Pechino un “separatista”, rischia di innescare una spirale di escalation. È fondamentale che tutte le parti coinvolte mantengano la calma e privilegino il dialogo per evitare un conflitto che avrebbe conseguenze disastrose per la regione e per il mondo intero.