L’esame di Carozzi
L’ex giornalista de Il Secolo XIX, Giorgio Carozzi, è stato sentito per quasi cinque ore dalla procura di Genova come persona informata sui fatti nell’ambito dell’inchiesta sulla proroga a 30 anni della concessione del Terminal Rinfuse al gruppo Spinelli. Carozzi, membro del comitato portuale in rappresentanza del Comune di Genova, è stato interrogato dal pm Luca Monteverde.
Prima di entrare nell’ufficio del magistrato, Carozzi ha commentato la vicenda con un laconico: “Stupito dallo scandalo? Sono cinquant’anni che scrivo di porto, figurarsi se mi sorprendo”.
La procura sospetta che Carozzi, inizialmente contrario alla proroga della concessione, abbia poi cambiato idea dopo aver subito pressioni. L’inchiesta si concentra sull’eventuale scambio di favori tra il gruppo Spinelli e alcuni membri del comitato portuale, in cambio del loro voto a favore della proroga.
L’esame di Carozzi è un tassello importante per ricostruire la dinamica della vicenda e per comprendere le eventuali pressioni subite dall’ex giornalista.
Un caso che scuote Genova
L’inchiesta sulla proroga del Terminal Rinfuse è un caso che sta scuotendo Genova. La vicenda ha acceso i riflettori sulle dinamiche interne al comitato portuale e sulle eventuali collusioni tra politica, imprenditoria e amministrazione.
La procura sta indagando a tutto campo per accertare eventuali illeciti e per fare luce sulle pressioni che avrebbero portato alcuni membri del comitato a cambiare idea sulla proroga della concessione.
L’inchiesta ha suscitato un forte dibattito pubblico, con la società civile che si è mobilitata per chiedere trasparenza e giustizia. Il caso è un monito sulla necessità di garantire la correttezza e l’integrità nei processi decisionali che riguardano il porto di Genova, un asset strategico per la città e per l’economia ligure.