BioInvestIT: un investimento per il futuro sostenibile
L’innovazione nel settore agroalimentare è in piena fioritura, e BioInvestIT ne è la prova tangibile. Questo investment forum, organizzato dal Cluster Spring in collaborazione con European Circular Bioeconomy Fund, Bio4Dreams, Sace, Scientifica Vc e Terra Next, ha visto la partecipazione di otto startup italiane finaliste, ognuna con un progetto innovativo che punta a rivoluzionare il settore. Le startup selezionate, provenienti da diverse regioni d’Italia, si sono distinte per la loro capacità di trasformare gli scarti in risorse preziose, dimostrando che la bioeconomia circolare non è solo un trend, ma un vero e proprio motore di crescita sostenibile.
Otto Startup, Otto Soluzioni Innovative
Le otto startup finaliste di BioInvestIT hanno presentato progetti che spaziano dalla produzione di bollini salva-freschezza a base di essenze naturali fino alla creazione di biomateriali da scarti di pesce. Ecco un breve riepilogo delle loro innovative soluzioni:
- Agreenet: sviluppa un bollino salva-freschezza che rilascia gradualmente essenze naturali con proprietà anti-muffa nelle confezioni di frutta e verdura fresche.
- Tomapaint: usa gli scarti della lavorazione industriale del pomodoro per produrre una bioresina naturale con cui sostituire le resine sintetiche nel settore del packaging.
- Relicta: crea soluzioni di imballaggio sostenibili convertendo gli scarti della lavorazione del pesce in bioplastiche biodegradabili, compostabili e solubili in acqua.
- Coffeefrom: si occupa di riciclare i fondi di caffè in materiali termoplastici.
- Biochica: valorizza i residui di pesca (con particolare attenzione al granchio blu dell’Adriatico) recuperando elementi come la chitina e il chitosano da riutilizzare in diversi settori, dall’agricoltura ai biomateriali, dalla nutraceutica alla cosmesi.
- Dnd Biotech: sviluppa soluzioni per il biorisanamento di terreni, suoli agricoli e acque sotterranee contaminati, attraverso l’uso di biotecnologie e zeoliti.
- Isuschem: nata dall’Università di Napoli Federico II, produce bioingredienti di alto valore da oli vegetali che provengono dagli scarti della ristorazione o da colture marginali come il cardo e il cartamo.
- Garum: sfrutta la fermentazione per ottenere condimenti sostenibili e naturali che possano sostituire il sale da cucina e i condimenti industriali.
Queste startup dimostrano che la bioeconomia circolare è un campo fertile per l’innovazione, con un potenziale enorme per la creazione di nuovi prodotti e processi sostenibili.
Considerazioni personali
L’innovazione è il motore del progresso, e le startup che hanno partecipato a BioInvestIT sono un esempio concreto di come la creatività e la ricerca possano portare a soluzioni concrete per un futuro più sostenibile. La loro capacità di trasformare gli scarti in risorse preziose è un segnale positivo per il settore agroalimentare, che può finalmente abbandonare l’approccio lineare per abbracciare un modello circolare.L’investimento in queste startup non è solo un’opportunità di business, ma un investimento nel futuro del nostro pianeta. Sostenere la bioeconomia circolare significa contribuire alla creazione di un sistema produttivo più efficiente, più sostenibile e più equo.